giovedì 25 settembre 2014

Elle McPherson o Tania Cagnotto? La ragione (e il benessere) sta nel mezzo

Tania Cagnotto e Francesca Dellapè a Sanremo
You are beautiful 
No matter what they say 
Words can't bring you down


Christina Aguilera, "Beautiful", 2002


In alcuni Paesi, come l’Australia, l’attività fisica è tenuta in altissima considerazione. Non è raro, infatti, vedere persone fortemente obese in fuseaux da corsa o persone con chiome argentate nei parchi di prima mattina a fare ginnastica. Pur ammirando profondamente sia gli attivissimi over 65 sia le jogger in sovrappeso, inizialmente devo ammettere che mi hanno sorpresa. Dovete sapere che Giunchiglia cerca sempre una spiegazione a tutto, la maggior parte delle volte ha anche delle teorie molto precise che tenta in tutti i modi di corroborare con fonti scientifiche (non sempre riuscendoci, ovviamente!). Tornando a noi, mi sono chiesta perché. Perché mi sorprendeva? Perché in Italia le nonne cucinano torte deliziose e i nonni giocano a bocce, nel peggiore dei casi guardano la tv, ma di certo non siamo abituati a vederli in pantaloncini e maglietta a fare ginnastica alle 6 del mattino. O andare in palestra. Perché in Italia le donne si vergognano del loro corpo e pensano che i fuseaux da corsa siano solo “per chi se lo può permettere”. Incredibile, vero?
Probabilmente la nostra dieta ci ha permesso in passato di mantenerci in forma senza tanti sforzi, ma oggi? Dati recenti hanno mostrato che l’obesità è in aumento in tutte le fasce di età, soprattutto tra i bambini. Non solo, in generale i disturbi alimentari (anoressia, bulimia…) sembra che siano ugualmente in aumento. Cosa ci sta succedendo? Il rapporto con il cibo è cambiato negli ultimi decenni, così come il rapporto con il nostro corpo e con la nostra immagine, e non parlo solamente della popolazione femminile.
Durante lo scorso Sanremo sono state invitate le due tuffatrici azzurre, Tania Cagnotto e Francesca Dallapè. Le due atlete, come forse qualcuno ricorderà (e chi non lo ricorda può guardare l’immagine a inizio pagina), indossavano abiti con profondo spacco, che metteva in mostra le gambe muscolose. Qualche giornalista si è permesso di scrivere che era “da querela” mostrare quelle loro “gambotte” in prima serata. Quella giornalista era una donna. Che ci sembri normale una donna di 180 cm per 50 kg, ma che ci scandalizzi una di 160 cm per 54 kg (Tania, secondo Wikipedia) è un chiaro sintomo che stiamo sbagliando qualcosa. Non credo di dire nulla di nuovo quando dico che il muscolo pesa più del grasso. È non è solo una questione estetica! Personalmente preferisco le gambe della Cagnotto che quelle di certe modelle, ma è chiaramente un parere soggettivo. Quello che non è soggettivo è che quando i muscoli addominali e dorsali sono solidi non ci viene il mal di schiena, anche se stiamo per ore al pc. Non è soggettivo che una gamba muscolosa ci sostiene meglio e aiuta le ossa a fare il loro lavoro (una gamba muscolosa in una donna in menopausa aiuta le ossa femorali deboli, ad esempio). Poi, calma, ci sono quelle che nascono come Elle McPherson e basta. Ma riflettiamo un secondo: tu, donna cinquantenne, che hai avuto due bellissimi figli, che hai una casa a cui badare, che ti sei sposata e nessun media se n’è accorto, che lavori tutti i giorni, cucini, fai la spesa. Tu, uomo cinquantenne, che sei papà di due fantastici ragazzi, che aiuti tua moglie nelle faccende di casa, che tieni la contabilità e che lavori tutti i giorni da una vita. A voi, quanto serve avere la pelle perfetta e i pettorali scolpiti? Diciamoci la verità: Elle McPherson e colleghi hanno lavorato tutta una vita puntando sul loro aspetto fisico, ci mancherebbe a 50 anni cadessero a pezzi! Per l’amor del cielo, il loro lavoro è quello di essere belli e in forma, grazie tante.
Non avremo mai il ventre teso che le star hanno due giorni dopo aver partorito né i pettorali di Brad Pitt a cinquant’anni, ma possiamo essere sani e in forma. Possiamo dirlo ai nostri figli e ai nostri nipoti, possiamo ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e di diabete, possiamo evitare rotture del femore in tarda età. È tutto nelle nostre mani. Quindi, mettetevi quei pantaloni aderenti e non abbiate paura di uscire a fare una corsa: quelli che guardano avranno solo da invidiarvi, per la vostra voglia di stare bene e perché state pensando al vostro futuro. Dimagrite per stare meglio, non per essere alla moda. Le mode passano e i vestiti vecchi si buttano. Non abbiate paura di avere un fisico tonico e muscoloso, vi terrà dritti e in piedi più a lungo. Mangiate sano e con moderazione, non per privarvi di “coccole caloriche”, ma per coccolare i vostri muscoli e le vostre ossa. Molta è la strada da fare per cambiare le idee che abbiamo rispetto al benessere, ma il percorso è iniziato e io ne approfitterei. E voi?

Buona giornata e alla prossima,
Giunchiglia

venerdì 19 settembre 2014

RAVIOLI ALLE MELANZANE



Buongiorno!
Questa volta vorrei proporre una ricetta per i giorni speciali, i giorni di festa in cui si ha più tempo di cucinare e mettere le mani in pasta. Uno di quei giorni in cui si può cucinare tutti insieme, magari anche con i bambini, abilissimi impastatori! Insomma, se avete deciso di coccolare un po' la vostra famiglia o stupire gli amici questa è la ricetta giusta :-)
Unico attrezzo necessario è la macchina per tirare le sfoglie di pasta (a casa mia denominata più amichevolmente “nonna papera”); a meno che non siate provette sfogline bolognesi in grado di fare magie con un semplice mattarello ne avrete bisogno!
Mettiamoci al lavoro!

INGREDIENTI PER LA PASTA

  • 360 gr farina di semola
  • 2 cucchiai olio evo
  • una presa scarsa di sale
  • acqua qb (o il succo di una barbabietola rossa se la volete rosa!)

Per ottenere un giallo simile a quello della classica pasta all'uovo potrete utilizzare dello zafferano.

INGREDIENTI PER IL RIPIENO

  • melanzane a cubetti
  • cipolla e carota
  • sale e pepe qb
  • curry o altra spezia a piacere qb
  • pan grattato (da usare se necessario)

PREPARAZIONE

Per prima cosa mettete le melanzane a scolare per un'ora circa in un colapasta. L'ideale è schiacciarle con un peso in modo che l'acqua fuoriesca più facilmente, insieme al tipico retrogusto amarognolo.
Nel frattempo preparate la pasta riunendo in una ciotola tutti gli ingredienti secchi e l'olio ed aggiungendo l'acqua o il succo di barbabietola poco alla volta. Dovrete ottenere un bel panetto sodo e omogeneo ma morbido. Ora avvolgete con pellicola trasparente e lasciate riposare per una mezz'oretta circa (questo serve a fare in modo che la maglia glutinica si rilassi, così da facilitare il vostro lavoro nella fase successiva).
Nel frattempo preparate il ripieno. Basterà soffriggere in una pentola capiente cipolla e carota a dadini con un filo d'olio e curry qb. Ora immergete in questo sfrigolio meraviglioso la dadolata di melanzane (precedentemente strizzate e asciugate con un canovaccio) e saltate e fuoco medio finché la melanzana sarà ben cotta. Una volta raffreddato potrete frullare il tutto fino ad ottenere un bel ripieno sodo. Se necessario si può aggiungere un po' di pan grattato. Aggiustate di sale e pepe e mettete da parte.
Ora è il momento di agganciare al tavolo la nonna papera e mettersi all'opera! Prendete una parte della pasta e fatela passare più volte, ripiegandola su stessa, all'interno dei rulli posizionati su una tacca piuttosto spessa per poi passare allo spessore che desiderate per i vostri ravioli (io di solito utilizzo la seconda tacca, la prima è molto fine e temo che in cottura i ravioli si possano rompere). Le strisce di pasta che avrete ottenuto si possono sovrapporre in attesa di essere utilizzate, purché ben infarinate.
Ora potrete comporre i ravioli! Su di una sfoglia posizionate dei mucchietti di ripieno (circa un cucchiaino abbondante per raviolo) abbastanza distanziati tra loro. Spennellate un po' d'acqua attorno a ciascuno e adagiatevi sopra un'altra sfoglia. Ora con la santa pazienza dovrete fare in modo che il ripieno venga avvolto perfettamente dalla pasta e non si crei aria al suo interno, altrimenti si potrebbe rompere in cottura. E' più difficile spiegarlo che farlo, vedrete che basterà far aderire bene i due strati di pasta con la punta delle dita e il gioco sarà fatto! Ora potrete tagliare i singoli ravioli con la rotella.
Ora basta bollirli in abbondante acqua salata con aggiunta di un filo d'olio. Non cuoceranno in tre minuti come quelli del signor Rana, ma in dieci-dodici minuti dovrebbero essere pronti.
Io li ho conditi con un semplice sughetto di pomodorini e basilico, e voi come li preferite?

Ovviamente la pasta in questione può trasformarsi in tagliatelle, foiade...

Buon appetito!

A presto

Primula

venerdì 12 settembre 2014

Intervista col vegano: Stefano e il Ned Kelly Australian pub

"Such is life" 
(Così è la vita)

Ned Kelly, 11-11-1880, dal patibolo di esecuzione

Oggi inizia una nuova serie di post. Ogni volta vi proporremo un punto di vista diverso sull’alimentazione vegana. 
Oggi intervistiamo Stefano. Stefano è il proprietario (insieme ad Ulisse) di un bellissimo pub in provincia di Biella (in fondo i dettagli). Perché abbiamo deciso di intervistare proprio lui? Perché il menù prevede un’ampia scelta di piatti vegani, insieme ad altri classici piatti “da pub”…ed il posto di Stefano, insieme ad altri quattro colleghi, è in cucina.




Stefano, grazie mille per averci dedicato il tuo tempo! 
Ehi, ciao! Bene, esordisco subito con il dirti che non sono molto pratico con questi blog, post eccetera, ma se in qualche modo posso essere utile a concimare un po' il veganesimo…ben venga! Ti risponderò con sincerità!

Ottimo inizio, direi. Hai voglia di raccontarci un po’ la tua storia e quella del Ned Kelly Australian Pub?
Quando aprii il Ned insieme ad Ulisse nel ‘95, avevo circa 26 anni, ero carico come una bomba, non avevo una lira e mi nutrivo di pasta, carne, pizza e formaggio. Facevo due lavori, fumavo Lucky, bevevo Jack, mi allenavo, dormivo poco e facevo un sacco di cose divertenti. Sì, gli animali mi piacevano un sacco, sono cresciuto con cani gatti. Inoltre tutte le estati, da ragazzino, andavo in campagna nel Monferrato e stavo insieme alla mia amica Paola e ai contadini. Si faceva il fieno, si raccoglievano i pomodori, le pesche eccetera. Ho sempre provato rabbia e disagio quando vedevo maltrattare o uccidere animali, ma, come molte persone, mangiavo carne e pesce ugualmente.

E poi?
Ho “magnato” carne a volontà fino a circa trent'anni forse trentatrè poi, dopo un giro tra le bestie del mio amico Andrea, che ha un agriturismo, e a lot of carinerie nei confronti delle varie pecore, capre, mucche, maiali, cani, gatti, galline, cavalli ed altro, sono andato a riempire il mio, allora tirato, ventre nell'adiacente sala ristorante. A quel punto mi sono chiesto: COSA CxxxO STO FACENDO? Li sto mangiando...sto mangiando i fratelli, i genitori, i qualche caspita di cosa di quei deliziosi animaletti che prima accarezzavo! No, non va bene. Quindi? Ho smesso, punto! Dall'oggi al domani. Basta.

E come è stato il passo dal vegetariano al vegano?
Mettiamo subito in chiaro una cosa: io non nasco salutista! Molti pensano che io sia un salutista, ma in verità non me l'hanno mai chiesto, e la loro è solo una loro idea. È stato solo in seguito all'avvicinamento all’alimentazione vegana che mi sono interessato agli aspetti nutrizionali in senso stretto, perché ho intuito che c'era qualcosa che mi sfuggiva. Penso che tutte le persone dovrebbero interessarsi a ciò, giusto solo per il motivo che alla fine il cibo che ingeriamo ha un'importanza elevata sulla qualità della nostra salute…a meno che uno non voglia bruciare la sua vita in una trentina scarsa di anni in stile Joplin! Comunque credo che chi fa una scelta vegana solo in base alla "salute" perda l'essenza, la purezza, la grandiosità dell'opportunità di rifiutare la  violenza nei confronti dei deboli solo per il soddisfacimento dei propri capricci. Uno che non ha un cxxxo da mangiare e si mangia un'antilope non è paragonabile a chi, con carta di credito, contanti e supercar ha accesso a mille e più supermercati, botteghe e similari che offrono ogni cosa! Quindi, da onnivoro a vegetariano: nessun cambiamento di rilievo, da vegetariano a vegano: un netto miglioramento. Credo però che il grande problema fossero i molti formaggi che mangiavo.

Cosa c’entrano i formaggi?
Il non mangiar carne non evita l'ancor forse peggior mondo del latte e dei suoi derivati! Mentre ero vegetariano, mi si è aperta una nuova finestra nel mio cervellino e finalmente, istantaneamente, improvvisamente, inaspettatamente, ho avuto un intuizione: bere latte non è meglio di mangiar carne, anzi…forse...ma non approfondiamo! Che dire? Questo è per ora il mio viaggio.

Una domanda un po’ piccata. Nel tuo locale viene servita carne a volontà…e sei tu a cucinarla. Questo non si scontra un po’ con la tua “etica”?
I dilemmi morali. Ok, sì cucino carne, sì, mi viene discretamente bene. Sì, la gente lo vuole. Sì, mi dà noia farlo. Sì penso che il mercato lo faccia il consumatore e, sì, spero che  nel mio futuro non ci sia più: promuovo alternative. Tutti noi abbiamo bisogno di input, di un fattore scatenane, il mio è stato quell'agriturismo, quello di un altro potrebbe essere il tuo blog! Comunque, vai tranquilla, la massa non sa un cxxxo di alimentazione, zuccheri aminoacidi eccetera. Qualcuno, specie tra gli sportivi, sa qualcosa in più, ma, in generale, tutti sono ancora convinti che sia la carne a far crescere i muscoli, qualcuno ancora pensa che ci siano proteine di serie a b o c e non che sia un problema di aminoacidi. 

E il tuo socio cosa pensa delle alternative?
Cosa pensa Ully? Be’, non so cosa pensi nel suo intimo, ma tutte le mie proposte son sempre state accettate, anche se è evidente che la maggior parte della richiesta non è vegan. C'è però una buona richiesta, ci sono diversi vegani in giro, purtroppo spesso sono un po’ troppo fighetti e forse non riusciamo ad accontentarli, ma una parte degli “uomini con le antenne” viene e mangia e si beve pure la sua fxxxxxa birra. Sai, io non sono proprio un amante di tutte quelle persone che in qualche modo se la tirano, quindi vegan sì, ma vegan popular e sempre rock. Rock non è solo legato alla musica, anzi, rock è un approccio alla vita, ma questa, come direbbe il Liga, è un'altra storia. Quindi Ully è d'accordo, anche se il decimo milione di euro non lo guadagneremo con il tacos di lenticchie (ovviamente scherzo sugli euro!). Comunque, un imprenditore che oggi non tenesse in considerazione le esigenze di chi ha deciso di seguire diete diverse è, a parer mio, quantomeno miope!

C’è chi pensa che i vegani siano più deboli. Prima mi hai detto che nella tua vita da onnivoro “ti allenavi”. Adesso pratichi ancora sport?
Prima mi allenavo in una palestra di karate, poi ho cominciato a correre, poi ho frequentato una palestra di pesistica (parallelamente ho sempre corso), poi ho nuotato (ed ho sempre corso), sono andato sempre in montagna, fatto un po' di trial, enduro, esercizi a casa, sci...Boh che ti devo dire, niente di particolare, mica un atleta che fa i risultati, piuttosto un amatore del fare esperienze e stare in forma. Faccio normalmente 3 corsette da 10 /14 km a settimana con il mio cane e spesso con Eleonora (nrd, la ragazza di Stefano), si va in montagna, in barca a vela, in moto ...insomma niente di eccezionale. Solo vita. Non so se l'alimentazione vegana ha influito sullo sport, in verità non mi frega nulla, non sono mai stato niente di particolare e non m'interessa esserlo, non ho il motore, la genetica, chiamala come vuoi. Quindi, non so dire se l’essere vegani aiuti o penalizzi le prestazioni sportive.

Certo, a giudicare dalla quantità di sport che hai elencato non sembra che l’alimentazione vegana abbia influito negativamente! Ultima domanda. A caldo, perché diventare vegani?
I vegani puzzano meno (ride). Gli onnivori rispondono “poco testosterone”. Maybe. Però un sacco di animali vivi. Stay rock, stay vegan rock!

Grazie mille, Stefano per il tuo tempo e le tue risposte. 

Se volete andare a trovare Stefano e mangiare “vegan-rock”, il suo locale si chiama Ned Kelly Australian Pub (Vigliano, Biella). 
Trovate qui tutte le info: http://www.nedkellypub.it/ 

Prestissimo una recensione come si deve del locale, il preferito di Giunchiglia, che, dopo tutto, è una giunchiglia…ma rock!

A presto e buon weekend a tutt*!
Stay rock, stay vegan rock,

Giunchiglia



domenica 7 settembre 2014

FOCACCIA SOFFICE DELLA CASA



Buongiorno!
Oggi vi propongo con orgoglio la focaccia a modo mio :-)
Dopo aver provato tante ricette dai blog degli esperti di pasta madre (vi consiglio ad esempio questi tre: Creando si imparaPat pan di pane e Il crudo e il cotto, troverete ricette strepitose), finalmente sono riuscita a creare la mia miscela preferita. Questa è una focaccia semplice e molto soffice, ottima anche fredda (nel senso che non si trasforma in un'arma contundente!). Considerando i tempi di lievitazione con pasta madre è anche molto rapida.
Nella mia ricetta ho utilizzato una piccola parte di farina di semi di canapa, che dona all'impasto un bel carattere e una nota “ruvidina” che si sposa benissimo con la morbidezza generale della pasta. La canapa è molto più nostrana di quanto si pensi, infatti nel nostro paese veniva coltivata largamente finché è stato possibile. Ora per fortuna sta tornando. La canapa è una meravigliosa pianta in grado di adattarsi praticamente a tutti i climi, ricca di impieghi ed estremamente versatile. Con la canapa possiamo infatti fare tessuti, corde, la possiamo mangiare, possiamo fare un po' di tutto! Vale quindi sicuramente la pena di riscoprirla.
Se però nel frattempo non vi fosse ancora capitata sottomano niente paura, potrete tranquillamente sostituirla con l'altrettanto nobile farina di grano saraceno, che darà sicuramente un effetto molto simile.
Io utilizzo sempre il mio licoli (lievito madre liquido) per panificare, quindi la ricetta prevede originariamente questo tipo di lievito ma con l'aiuto dei convertitori che si trovano in internet (e il prezioso aiuto di Francesca Boscolo di Creando si impara!) ho aggiustato le dosi per gli altri tipi di lievito. Come sempre si tratta di indicazioni di massima, quindi non stupitevi se sarà necessario aggiustare un po' le quantità di acqua e farina.

INGREDIENTI (con licoli)

150 gr licoli (va bene anche un esubero di un giorno al massimo)
230 gr circa di acqua
300 gr farina tipo 0
70 gr farina di semola
30 gr farina di semi di canapa (oppure di grano saraceno)
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaio abbondante di olio evo + un po' per la superficie

VARIAZIONI CON PASTA MADRE SOLIDA

230 gr pasta madre solida
330 gr farina totale (di cui 70 gr semola e 30 canapa o saraceno)
320 gr acqua
sale e olio come da ricetta con licoli

VARIAZIONI CON LIEVITO DI BIRRA

300 gr farina tipo 0
230 gr circa acqua
70 gr farina di semola
30 gr farina di canapa o saraceno
Lievitino con lievito di birra (10 gr se fresco panetto, 4 gr se secco): sciogliere il lievito con 75 gr d'acqua tiepida e un po' di zucchero, lasciar riposare qualche minuto in modo che inizi a formare una schiumetta in superficie. A questo punto aggiungere 75 gr di farina e lasciar riposare 20 minuti circa o finché non iniziano a formarsi delle bollicine. Ora potete procedere come da ricetta.
sale e olio come da ricetta con licoli.

PER IL CONDIMENTO (come nella foto)

5 ramati privati dell'acqua di vegetazione e tagliati a fettine
un po' di sale e pepe

per il condimento (variante)

abbondanti semi di girasole (circa due manciate generose)
pepe a volontà



PREPARAZIONE

Stemperare il lievito prescelto con la quantità d'acqua indicata nella ricetta
(se utilizzate lievito di bitta dovrete stemperare il lievitino nell'acqua). Aggiungere l'olio e le farine ed in ultimo il sale. Impastare per qualche minuto, fino ad ottenere un impasto liscio e morbido. Lasciar riposare 15 minuti circa prima di fare le pieghe (qui potrete vedere come si fa, sono necessarie per fare in modo che l'impasto incorpori bene l'aria e possa lievitare al meglio). Riporre l'impasto in una ciotola leggermente unta d'olio e coperta con un panno umido. Lasciar riposare in un luogo possibilmente tiepido e al riparo dalle correnti d'aria per circa 1,5-2 ore. I tempi sono abbastanza indicativi, ma di solito un paio d'ore sono sufficienti. Non è necessario che sia raddoppiato di volume, basta che si sia gonfiato un po'. A questo punto potrete stenderlo con le mani nella teglia (con carta forno se non antiaderente). Per ottenere una focaccia piuttosto alta, come nella foto, potrete stendere l'impasto in una teglia tonda con diametro di circa 30 cm, se la preferite più bassa basterà usare una teglia più grande.
Ora potrete divertirvi facendo le classiche fossette della focaccia con la punta delle dita e poi cospargendo un po' d'olio e acqua ed infine farcendo con i pomodori a fettine (fateli entrare bene nell'impasto, che così ne assorbirà l'umidità e non vi ritroverete con una focaccia troppo asciutta).
Ora potrete riporla nel forno spento (se fa freddo potrete intiepidirlo un po') e lasciarla lievitare per altre 2-4 ore circa. Se state usando una pasta madre rinfrescata da poche ore, quindi bella attiva, ne basteranno due mentre se si tratta di esubero potrebbe richiedere più tempo. Con il lievito di birra due-tre dovrebbero bastare.
Ora possiamo infornare la nostra focaccia a 200 gradi per trenta minuti circa (prima di sfornare controllate che il fondo abbia preso un bel colore dorato).
E adesso la possiamo gustare!

Spero apprezziate la mia ricetta :-)
Per consigli, domande e suggerimenti io sono qui!

A presto

Primula

venerdì 5 settembre 2014

Unire l'utile al dilettevole: il meditar camminando (in compagnia)!

Quando inizi a capire 
che sei solo e in mutande 
quando inizi a capire 
che tutto è più grande 
C'era chi era incapace a sognare 
e chi sognava già 

Negrita, "Ho imparato a sognare", 1997



Con un po’ di ritardo, ecco il secondo post inerente la meditazione. Questa volta vi vorrei suggerire un nuovo esercizio che amo particolarmente. Può essere fatto da chiunque, anche dai bambini, e sarà un modo carino per coinvolgere anche loro ed introdurli alla pratica della meditazione (a breve un post riguardante la meditazione e i bambini). 
Semplicemente uscite a fare una passeggiata, quasi più facile della tazza di tè, no? Vi consiglio di andare con un’altra persona perché così l’esercizio è più stimolante, ma si può fare anche da soli, ad esempio mentre camminate per andare al lavoro. Si parte: ognuno ha a disposizione 7 minuti durante i quali dovrà elencare a voce alta 3 elementi percepiti all’esterno di sé e 3 all’interno, poi di nuovo 3 interni, seguiti da 3 esterni, così via per 7 minuti. L’altra persona dovrà stare in silenzio, semplicemente passeggiando a fianco al compagno, ascoltandolo e controllando il tempo. Quando i 7 minuti saranno passati, sarà il turno dell’altra persona, che, a sua volta dovrà elencare 3 elementi esterni e 3 interni, e così via fino allo scadere dei 7 minuti. L’esercizio dura in tutto, quindi, circa un quarto d’ora, ma potete ripeterlo fino a che volete. A un certo punto, quando avete deciso di terminare l’esercizio, potete sedervi da qualche parte (o rincasare!) e concedervi qualche attimo per riflettere sulla vostra esperienza. Potreste anche discuterne col vostro compagno di meditazione, oppure solo con voi stessi. La domanda più importante che vi dovete porre è questa: per me è più semplice percepire gli elementi esterni o quelli interni? La maggior parte delle persone ha molta più facilità a notare il tronco di un albero piuttosto che l’elastico delle calze che preme sulla gamba. È sbagliato? Ovviamente no, ma avrete modo di rendervi conto che siamo davvero poco abituati a prestare attenzione a quei piccolissimi dettagli che ci permettono di conoscere chi siamo, dove siamo, come ci sentiamo davvero. L’altro vantaggio di questo esercizio è che inizierete ad imparare a “lasciare andare” i pensieri. Poniamo che abbiate quel vecchio dolorino al ginocchio che vi fa impazzire quando camminate a lungo. Iniziate la vostra passeggiata e dopo un po’ il vostro ginocchio inizia a gridare: bastaaa, siediti, idiota, mi stai facendo male! E voi iniziate a figurarvi tutti gli scenari peggiori e proprio non riuscite a distogliere l’attenzione da quel ginocchio. Ecco, avrete mille altre cose da notare, ma notatele e basta. Sospendete il giudizio, non lasciate che un uccellino che canta su un ramo vi trascini in una serie infinita di pensieri: è un uccellino che canta su un ramo. È il mio solito dolorino al ginocchio, benvenuto dolorino, sapevo saresti arrivato. È una foglia su un ramo. Punto. 
Per fare un piccolo esempio, io in questo momento vedo lo schermo del computer, sento gli uccellini cantare e sento il profumo di incenso. Sento l’elastico che mi stringe i capelli, sento i tasti del computer e sento prurito sulla guancia sinistra. 

Scoprirete presto che il mondo interiore è incredibilmente ricco di dettagli, che sono lì solo per essere scoperti. Vi lascio con questo piccolo esercizio che spero possiate condividere!
Buon weekend a tutti e alla prossima,
Giunchiglia

mercoledì 3 settembre 2014

PASTA ALLA SAN GIORGIO



Buongiorno a tutti!
Continuiamo con le ricette super semplici, questo filone mi piace! Un pò perchè non abbiamo sempre tempo di creare favolosi manicaretti e un pò perchè mangiare senza derivati animali significa anche, e soprattutto direi, piatti semplicissimi della tradizione mediterranea. Inoltre, se vi trovaste nel pieno dello sconforto in un ristorante non proprio vegetarianissimo scommetto che una pasta così non ve la negherebbe nessuno :-)
Il nome è del tutto ipotetico, mi spiego meglio: questo è il nome che mia nonna ha sempre attribuito a questa pasta amata profondamente da tutti noi nipoti. Non ho idea da dove venga e se il buon San Giorgio abbia davvero qualcosa a che fare con codesto piatto, comunque sia per me rimarrà sempre la pasta alla San Giorgio della mia nonna Adele. Se qualcuno avesse notizie in merito sono tutt'orecchi!
Si tratta davvero di un sugo dalla semplicità imbarazzante ma, nelle varie cene con amici e parenti, ho scoperto che molte persone rimangono stupite da questo abbinamento. Insomma, o siamo solo noi rudi bergamasachi ad ignorare tale bontà oppure è il momento che tutti la scoprano o la riscoprano!
Buon appetito a tutti, sia che siate rudi montanari, sia che siate abitanti di terre più basse :-)

INGREDIENTI

La vostra pasta preferita
Pesto (basilico, pinoli, olio e sale qb, il tutto frullato)
Sugo di pomodoro (passata di pomodoro cotta con un semplice soffrittino di cipolla, sale qb)

PROCEDIMENTO

Terribilmente complesso, preparate il numero di telefono di Gordon Ramsay, vi servirà.
Quando la vostra pasta prediletta sarà pronta conditela con pesto e pomodoro, in parti uguali o con prevalenza dell'uno sull'altro, come più vi aggrada.
Vi assicuro che si sposano meravigliosamente :-)
Inoltre rispetto al solo pesto, questo abbinamento vi permetterà di rendere la pasta meno calorica, specialmente se il vostro pesto non deficita di olio ;-)

a presto

Primula

martedì 2 settembre 2014

Come cucinano le giunchiglie: torta salata senza glutine

Io voglio passare ad un livello successivo, 
voglio dare vita a ciò che scrivo. 
Sono paranoico ed ossessivo fino all'abiura di me. 

Caparezza, "Abiura di me", 2008



Fino a quattro anni fa questo post sarebbe stato fulmineo perché la risposta sarebbe stata “poco e male”. Il discorso è che un conto è seguire una ricetta passo a passo quando hai tempo, un altro è creare. Ecco, fino a che era seguire le istruzioni andavo anche bene, in tutti gli altri casi andavo un po’ in panico. La rivoluzione è iniziata quando sono diventata vegetariana, ma la vera svolta è stata trasferirsi all’estero: senza fruttivendolo Peppino che mi regala un frutto da quando ho memoria, senza Naturasì, senza i grembiulini blu a righine sottili bianche dei commessi dell’Esselunga, senza la confortante linea “green” della Coop. Senza riferimenti. Quasi per caso scopro che la mia vecchia amica Primula, in patria, condivide con me la scelta vegetariana, solo che, a differenza mia, è una casalinga modello. Facciamo insieme un percorso guidato di 21 giorni vegani e vediamo come va. Come sempre il nostro approccio è diversissimo: io super razionale, peso, misuro, controllo. Ma, oddio come mi piace imparare cose nuove! E allora…boom! Proviamo, sperimentiamo, uniamo, pensiamo fuori dagli schemi, troviamo soluzioni. Scrivo a Primula se posso fare certi abbinamenti, cosa fare se ho quasi ammazzato la mia pasta madre, le elenco il contenuto del mio frigo e della mia dispensa per cucinare una cena decente. Poi provo da me. La sfida più grande è stata oggi: dovevo preparare qualcosa per un gruppo di persone tra le quali c’erano due ragazze celiache. Challenge accepted! Farò delle torte salate vegane e senza glutine. Ammetto di essere consapevole che l’avocado e la farina di riso non facciano proprio parte della tradizione “nostrana”, ma concedetemelo: non sono la cuoca ufficiale del blog e, tutto sommato, sono alimenti che si possono tranquillamente trovare nei nostri supermercati e dal fruttivendolo (ed entrambi  vengono prodotti anche in Italia). Ok, basta scuse, vi allego la ricetta.

Per la pasta brisé ho usato:
- 125 gr. di farina di riso
- 125 gr. di farina di mais
- 4/5 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
- ½ cucchiaino di sale
- Acqua tiepida q.b.
Per il ripieno ho usato:
- Verdura mista (carote, broccoli, cavolo verza, funghi champignon)
- Olio extravergine d’oliva
- 1 avocado maturo
- Succo di mezzo limone
- Sale e pepe q.b.

Prima di tutto mescolate le due farine con cura, poi aggiungete il sale e continuate a mescolare. A questo punto aggiungete l’olio d’oliva e mischiate con le mani fino ad ottenere una consistenza briciolosa. Se non avete mai cucinato con queste farine, non aspettatevi la consistenza della normale brisé: vi sembrerà di mischiare della sabbia, ma abbiate fiducia. Quando vi sembra che l’olio sia ben accorpato, iniziate ad aggiungere l’acqua. Vi consiglio di aggiungerne pochissima alla volta e di monitorare la consistenza: non deve essere troppo idratata, altrimenti non cuoce bene il fondo. Dopo di che, avvolgetela nella pellicola trasparente e mettetela in frigo a riposare per almeno mezzora (meglio anche un po’ di più).
Nel frattempo tagliate le verdure a pezzetti e fatele saltare in padella con un po’ di olio d’oliva. A parte schiacciate l’avocado con una forchetta, aggiungete il succo di limone e un po’ di sale. Se le verdure che avete scelto non hanno rilasciato molti liquidi, allora aggiungete anche un filo d’olio, quindi mischiate la salsina di avocado con le verdure cotte. Togliete la pasta dal frigo e stendetela su una tortiera, facendo attenzione di creare un po’ di bordo, bucherellate il fondo e versate dentro al guscio il mix di avocado e verdure. Mettete in forno preriscaldato a 180 gradi per circa mezzora. Et voilà!

Le giunchiglie cucinano così: sperimentano, chiedono e a volte fanno delle schifezze che neanche un gatto morto di fame si mangerebbe. Ma la prendono con filosofia e ci riprovano. Questo giro le è andata bene…solo al secondo tentativo!

A presto,
Giunchiglia

lunedì 1 settembre 2014

Piattoni al pesto

Buongiorno!
Vi va la ricetta più semplice del mondo?
Non è un piatto elaborato da grandi chef ma è proprio per questo che merita di essere proposto. Non facciamo le cuoche di professione, quindi a volte il tempo è quello che è, ma anche in poco tempo e con pochi ingredienti possiamo portare in tavola qualcosa di sano e gustoso.
Semplicissimo ma estremamente buono, come sempre provare per credere!
Qui l'estate purtroppo sta finenedo, anche se a ben guardare quest'anno credo non sia neppure arrivata...ad ogni modo questo è un buon modo per fare una bella scorpacciata di buonissimi piattoni, o taccole come li chiamano qui :-)

INGREDIENTI

Piattoni (taccole) cotti al vapore o lessati (se in pentola a pressione basteranno circa 5 minuti dal fischio, se li tagliate a pezzetti)
Basilico in quantità
Pinoli o anacardi
olio evo qb
sale qb

PROCEDIMENTO

In un mixer frullate il basilico insieme alla frutta secca (quantità a piacere!), un filo d'olio e un po' d'acqua calda, se dovesse servire ad agevolare il mixer nel suo duro lavoro. Dovrete ottenere una bella crema densa e omogenea, non troppo oleosa (non un pesto di quelli che navigano nell'olio, per intendersi).
Ora potrete usare questa bella crema profumata per condire i piattoni, che nel frattempo avrete lessato o cotto al vapore.
E' molto buona sia in versione calda che fredda.
Li potrete servire come nella foto con pomodorini in insalata, oppure con qualunque cosa vi aggradi! 


A presto

Primula