lunedì 5 gennaio 2015

Una pecora per salvarci dalla tecnologia!

Molti problemi come alcuni mal di testa, male al collo o mal di schiena possono essere legati alla postura che assumiamo durante la giornata. Soprattutto se trascorriamo molte ore al computer o sui libri, spesso non ci rendiamo conto di ignorare i normali segnali che il nostro corpo ci invia. Avete presente quel gesto automatico di spostare il peso da un piede all’altro quando stiamo a lungo in piedi? Ecco, il nostro corpo ci sta dicendo “Fai lavorare un po’ l’altro lato del corpo, questo è un po’ stanco!”. Quando siamo al pc, concentrati sul nostro lavoro, rimaniamo per ore nella stessa posizione, magari belli incurvati sopra alla tastiera, o con un piede sotto al sedere, disegnando un bella stradina di montagna al posto della nostra colonna. I polsi rimangono in tensione, mentre scriviamo o impugniamo il mouse, così come le dita. E gli occhi? Sbattiamo molto meno le palpebre, diminuendo la normale idratazione dell’occhio e i muscoli oculari si muovono di pochi cm a destra e a sinistra, tanto quanto la grandezza del nostro schermo, raramente lasciamo che i nostri occhi mettano a fuoco qualcosa che è più lontano o più vicino dello schermo. In sostanza, ci affatichiamo nel peggior modo possibile: praticamente non muovendoci. Certo, come sempre una generale attività fisica ci aiuta a rinforzare i muscoli posturali e quindi a essere meno ‘gobbi’, ma questo non risolve le lunghe ore di immobilità o quasi. Come risolvere il problema? Oggi voglio consigliarvi una soluzione che ho trovato in questo periodo in cui sono costretta, per lavoro, a passare ore e ore seduta al pc. Sono una di quelle persone che quando si concentrano, cadono in una sorta di trance, quindi si dimenticano di mangiare o di bere, fino a che guardano l’ora e realizzano che sono passate più di 5 ore dall’ultimo spuntino, non ricordano l’ultimo sorso d’acqua o l’ultima volta che hanno sentito la propria voce. Però anche il problema opposto si può presentare: avete presente quando dovete assolutamente finire un lavoro e vi ritrovate a vagare su siti vari, Facebook, come fare a togliere una macchia di inchiostro di colore verde rame da una camicetta di seta vintage e cose del genere…poi guardate l’ora e il pomeriggio è volato senza che ve ne rendeste conto? Ecco. Se fate parte dell’uno o dell’altro gruppo (o di entrambi!) ecco la soluzione che fa per voi. Ho scovato in rete questo programmino gratuito che si chiama Workrave (traduzione libera: “delirio da lavoro”) di cui troverete il link in fondo al post. Cosa fa? Dunque, è completamente personalizzabile secondo le proprie esigenze. Semplicemente si tratta di una simpatica pecorella che ogni tot minuti vi consiglia di prendervi una pausa. Ci sono due tipi di pause, durante le quali il computer si blocca e siete obbligati a smettere di lavorare: le ‘micropause’ e il ‘riposo’. Le micropause sono più frequenti e molto brevi (ad esempio io ho impostato una micropausa di 30 secondi ogni 5 minuti di attività), mentre i riposi sono più distanti nel tempo e più lunghi (le mie impostazioni sono 10 minuti di pausa ogni 45 minuti di attività). Cosa succede durante le pause? Diciamo che ognuno nelle sua pause fa quel che vuole, comunque le micropause, essendo brevi, ricordano magari di bere un sorso d’acqua, controllare l’ora, buttare un post it vecchio nel cestino oppure semplicemente chiudere gli occhi e stiracchiarsi un po’. Nei riposi, il programma stesso suggerisce per il primo minuto degli esercizi da fare, stando seduti, come muovere le spalle, muovere gli occhi, muovere le dita delle mani. Personalmente io vado a farmi una tazza di tè, scambio due parole con chi incontro, torno alla mia postazione, appoggio la tazza, vado a piedi fino al primo piano, risalgo fino all’ottavo e torno al settimo, dove c’è il mio ufficio. A questo punto ho di solito ancora uno o due minuti per godermi il mio tè! Insomma, basta che ci si imponga di alzarsi, fare due passi e guardare anche solo fuori dalla finestra. Cosa succede se si saltano le pause? Allora, le micropause possono essere ignorate, ma un segnale sonoro ti ‘sgrida’ quando non smetti di usare mouse o tastiera entro 30 secondi da quando esce la finestrella. Se proprio in quel momento non si può smettere si può cliccare il tasto ‘skip’ e saltare la micropausa senza conseguenze. Anche il riposo può essere saltato, sempre con lo stesso tasto, oppure può essere posticipato di qualche minuto. Chiaramente i segnali sonori possono essere esclusi e il programma può essere messo in pausa. C’è anche un timer generale che spegne il computer dopo un tot di ore di lavoro (anche qui, si può impostare). Io lo trovo odioso, soprattutto perché la prima volta che sono andata oltre il limite non capivo che cavolo stesse succedendo e stavo entrando in panico. Ecco, mia personale esperienza, magari a qualcuno può servire! Le micropause sono geniali nei momenti in cui stiamo vagando su internet invece di lavorare, perché ci ricorda che quello che pensavamo essere “controllo Facebook solo un attimo, cosa vuoi che sia” a volte è molto di più. 



Io mi trovo immensamente bene, anche se a volte, devo ammetterlo, può risultare irritante. Però penso sempre che è per il mio bene, perché le micropause giovano al mio lavoro e difficilmente mi viene mal di testa anche dopo ore seduta davanti al computer. Insomma, provare non costa nulla!
Spero questo post sia stato utile! Colgo anche l’occasione per augurare a tutti un meraviglioso inizio d’anno, anche da parte di Primula,
a presto,

Giunchiglia 

Ecco il link da cui scaricare il programma: http://www.workrave.org/

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